Crollo palazzina a Ravanusa per fuga gas: 3 vittime accertate 6 dispersi

Palazzina crollata a Ravanusa
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AGGIORNAMENTO DOMENICA 12 DICEMBRE: TRE LE VITTIME ACCERTATE

Sono diverse, 4 o 5, le palazzine crollate la notte scorsa dopo l’esplosione avvenuta a Ravanusa (Agrigento). Due di queste, come dicono i Vigili del Fuoco sono “polverizzate”, altre palazzine sono state fortemente danneggiate. L’onda d’urto ha raggiunto anche i 500 metri di distanza, danneggiando anche vetri e suppellettili di edifici lontani dal luogo del disastro. Due finora i superstiti (due anziane sorelle), tre le vittime accertate. Tra coloro che mancano all’appello non ci sono bambini, come invece ipotizzato in un primo momento. E’ da ieri sera davanti alla palazzina crollata il padre della donna in avanzato stato di gravidanza rimasta sotto le macerie. La giovane era andata con il marito a trovare i suoceri che abitavano in via Trilussa. La donna è al nono mese di gravidanza. Uno dei sei dispersi potrebbe essere rimasto bloccato dentro l’ascensore di uno dei palazzi crollati. I soccorritori stanno togliendo le macerie usando anche le mani.

 

3 morti, 6 dispersi sotto le macerie

Sono tre le vittime estratte finora dalle macerie a Ravanusa dopo l’esplosione che ha provocato il crollo di una palazzina in provincia di Agrigento radendo al suolo anche diversi palazzi. 6 i dispersi, tra cui una donna in avanzato stato di gravidanza, tra loro “non ci sono dei bambini”, ha confermato in mattinata il sindaco di Ravanusa, Carmelo D’Angelo, dopo le voci che si erano sparse nella notte. Due le donne tratte in salvo e trasferite all’ospedale di Licata. I Vigili del fuoco hanno spento i generatori di energia elettrica per ascoltare eventuali voci provenienti dalle macerie. Le vittime sono state identificate.

IERI NOTTE

Esplosione a Ravanusa per il crollo di una palazzina. Altri edifici sarebbero coinvolti. Il capo della Protezione Civile Regionale, Salvo Cocina, si sta recando sui luoghi e ha attivato tutte le organizzazioni di volontariato che hanno mezzi per poter prestare soccorso.

È accaduto intorno alle 20.30 in via Galileo Galilei. Si nota la presenza di fiamme. Sembra che a esplodere sia stata una bombola di gas. La palazzina di quattro piani era al momento dell’esplosione abitata da diverse persone. Sul posto i Carabinieri e i Vigili del Fuoco dei distaccamenti di Agrigento, Canicattì e Licata, al momento impegnati nello spegnimento delle fiamme. Due le persone decedute e sono almeno sette le persone disperse

Nella notte i soccorritori hanno sentito le grida di una donna viva sotto le macerie, stanno cercando di tirarla fuori. “Una grande tragedia ha colpito il mio paese” ha detto a Rainews 24 il sindaco di Ravanusa, Carmelo D’Angelo. “Abbiamo avuto la notizia di una signora che si è fatta sentire dai vigili del fuoco. Speriamo di trovare anche altre persone vive. C’è un problema di una fuga di gas che non siamo riusciti ancora a fermare”.

Tra le ipotesi che stanno prendendo maggiormente piede tra i soccorritori c’è quella che, dietro all’esplosione e il crollo dello stabile di 4 piani, ci sia lo scoppio di un tubo del metanodotto cittadino. In un primo momento si era parlato dell’esplosione di una bombola del gas come causa del crollo.

Sul posto, oltre ai vigili del fuoco e alle squadre specializzate Usar nella ricerca di dispersi e ai cinofili, torri faro e alcune ambulanze. Ci sono anche decine di volontari della Croce Rossa, arrivati anche da Licata, Palma di Montechiaro e Canicattì. Decine gli sfollati, che sono stati accolti in strutture messe a disposizione dall’amministrazione comunale.

LA PROTEZIONE CIVILE

“Sono almeno quattro gli edifici interessati, uno è crollato e gli altri tre sono stati danneggiati” dice all’Adnkronos Salvo Cocina, il capo del dipartimento regionale della Protezione Civile. “In questo momento le fiamme sono state spente, ma ci sono ancora sacche di gas e non è possibile operare in sicurezza sulle macerie. Sino a quando non si potrà scavare non è possibile dire con certezza cosa c’è sotto e quanti siano i dispersi con esattezza”.

“Sembra Beirut” dice Cocina che è andato sul posto. “Le immagini che ci arrivano da Ravanusa con vetri rotti, detriti a terra e macerie, calcinacci scagliati a decine di metri dal luogo dell’esplosione”. “Siamo pronti a cercare tra le macerie non appena l’area sarà messa in sicurezza” aggiunge.

L’ARCIVESCOVO DI AGRIGENTO

“Sono vicino alla comunità di Ravanusa che sta vivendo momenti di apprensione in seguito all’esplosione” dice l’arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano. “Prego per quanti si stanno impegnando nel contenere il pericolo e per accertare la sperata assenza di vittime. Il Signore ci mantenga forti nella tribolazione e aperti alla speranza”.

INCHIESTA DELLA PROCURA

La Procura di Agrigento ha aperto una inchiesta per disastro colposo dopo l’esplosione avvenuta a Ravanusa. Sono due i morti, due i sopravvissuti e dette i dispersi. Il magistrato si sta recando sul posto dell’esplosione.

Il Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, che ha seguito per tutta la notte l’evolversi della situazione a Ravanusa dopo l’esplosione che ha causato almeno due vittime, come apprende l’Adnkronos, in mattinata si recherà sul luogo del disastro insieme con il pm di turno.

L’onda d’urto, dopo l’esplosione di ieri sera “è stata di almeno cento metri”. A dirlo è il capo della Protezione civile della Sicilia Salvo Cocina che si è recato subito sul luogo del disastro.

Sono almeno cinquanta le persone sfollate dopo l’esplosione.

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